Corrado non ama parlare dei premi...

Ma ne ha ricevuti tantissimi in ogni luogo del mondo. Non c'è rassegna o concorso che "Poff" non si sia classificato tra i primi.

Che scolpisca legno o neve, Corrado riesce ad unire inventiva, originalità e precisione creando opere straordinarie.

 

Così ha scritto di lui Don Pierparolo Costaperaria nel 1998:

Fino a 25 anni circa Corrado Clerici si era limitato ai normali corsi di disegno e a lavorare con il gesso. La voglia di scultura vera e propria, come la chiama lui, è scoppiata a quell'età. Digiuno di studi specifici, ha cercato di supplire con lo studio da autodidatta dell'anatomia. Tre anni dopo e cioè nel 1979 egli già si cimentava nei vari concorsi di scultura imparando assai anche dal confronto con altri di maggior esperienza. Ed era soprattutto questa che gli interessava portare a casa e fare propria più che eventuali coppe o medaglie sportive.

Verso il 1980 partecipò per la prima volta a Cortina ad un concorso di scultura sulla neve assieme al collaboratore Geminiano Veritti. Da quel tempo ad oggi ha esportato la sua arte un considerevole numero di volte
Dodici sono stati i concorsi a cui ha partecipato in Canada e negli Stati Uniti, quaranta volte è stato presente nei concorsi tenuti in Francia Austria e Svizzera. L'ultimo che è dello scorso inverno, assieme a Veritti che l'affianca sempre dove c'è neve o ghiaccio, l'ha visto a Mosca. Colà non ha vinto un premio particolare, ma e tornato a casa con la soddisfazione di una stretta di mano a lui solo riservata sindaco di Mosca. Egli aveva visto la sua scultura in televisione e ha voluto personalmente con lui congratularsi.  Nel ghiaccio quella città aveva scolpito due giocolieri, un uomo e una donna.

Ho chiesto a Corrado qual è stato il premio che maggiormente l'ha gratificato. Gliel'ho dovuto chiedere più volte perché quello dei premi è un argomento del quale non ama parlare ritenendolo secondario. Egli preferisce parlare della soddisfazione che gli danno i suoi lavori. Per esempio mi ha ricordato la scultura di un atleta fatta nel 1992 a Belluno. Non era molto sicuro di riuscire a portarla dignitosamente a termine. Aveva scelto infatti di di cimentarsi con quanto di più difficile esiste nella scultura: l'anatomia umana. L'essere riuscito è stato per lui il premio migliore.

Parlando di questo lavoro mi ha informato che in Val Gardena, dove la scultura è di casa, gli scultori di lassù spesso prendevano il Crocefisso come il tema più arduo da affrontare in un concorso. Per quanto riguarda i premi in senso stretto, ha caro il ricordo del secondo premio vinto nel '94 a Pila in Valle D'Aosta dove dalla neve estrasse due pattinatori.

Corrado predilige cimentarsi con i nudi perché sono proprio essi che rivelano i limiti di uno scultore e lo costringono a migliorare. Quelli della Val Gardena scegliendo il Crocefisso, oltre ad onorare il sacrificio del Cristo provano la loro arte sui suoi muscoli tirati dal dolore. Le pieghe d'un vestito, mi spiega Corrado, permettono facilmente correzioni, cosa impossibile nel primo caso.

Egli, come sappiamo, giornalmente si dedica all'attività artigiana del falegname, ma circa venti volte all'anno gli arrivano richieste da varie parti per concorsi. Si limita a rispondedere ad uno o due inviti.
Quand'ero in ginnasio sono venuto a sapere che già gli antichi (addirittura Omero) non privi di senso pratico erano convinti che l'arte non fosse in grado di dare da mangiare.
Corrado in parte smentisce ciò e ha modo di ringraziare anche la sua arte oltre che il suo mestiere.

Don Pier Paolo Costaperaria.